
Cucina etnica: i ristoranti di tendenza tra Usa e Oriente
Un anniversario da festeggiare, una voglia da soddisfare, una serata da ricordare. Il mondo è pieno di ristoranti che si distinguono dagli altri per uno o più dettagli: vuoi per l’arredo design, per il servizio impeccabile o per la maestria dei suoi chef. Ce n’è davvero per tutti i gusti, anche quelli apparentemente più semplici. Voglia di…hamburger? Il Miami Wine and Food Festival, uno dei principali eventi gastronomici degli Stati Uniti, ha appena incoronato il suo nuovo campione. A dire il vero, si tratta di una rielezione, visto che il premio per l’hamburger più buono degli Usa è stato attribuito per il secondo anno allo chef Michael Symon, che lavora nell’Ohio, a Cleveland, al ristorante ‘B Spot Burgers’. Altri ristoranti a stelle e strisce dove poter gustare degli ottimi hamburger sono il Blt Burger (470 6th Avenue), il Landmarc (179 West Broadway), The Spotted Pig (Greenwich Street) e lo Shake Shack (11 Madison Avenue) a New York; il Good Stuff Eatery (303 Pennsylvania Avenue Southeast) a Washington; il Boston Burger Company (37 Davis Square) a Boston; il Blt Steak (1440 Ocean Drive) a Miami; Umami Burger (850 South La Brea Avenue). Se invece avete voglia di Oriente, declinato secondo un sapiente mix di antico e moderno, a Milano, in Via Castelvetro, ha aperto da poco il Bon Wei, un locale elegante progettato secondo i canoni della Cina contemporanea. Il menu à la carte propone più di cento piatti, tutti preparati con ingredienti di prima qualità e serviti con un’estrema cura nella presentazione. Degno di nota anche il giardino orientale sul quale affaccia, attraverso una vetrata, la seconda sala. Guoqing Zhang, chef del Bon Wei, propone un vero e proprio viaggio nella gastronomia di tutta la Cina, con un occhio di riguardo per le specialità cantonesi. Da assaggiare, in particolare, l’anatra alla pechinese, i gamberi alla Bon Wei e la zuppa di pinne di pescecane. Spostiamoci in Francia. A Sens, ad un’ora e mezza da Parigi, alle porte della Borgogna, c’è il Miyabi (che in giapponese antico significa eleganza) un ristorante davvero unico nel suo genere. L’atmosfera è d’altri tempi, con un’incantevole geisha che accoglie i clienti con indosso un kimono di seta. Vi sarà offerto un saké di benvenuto, in una pregiata coppetta di legno realizzata da un artigiano di fama nel Sol Levante. Cucina qui significa spettacolo, sperimentazione e la creazione di un legame tra le diverse culture gastronomiche: del resto la cucina giapponese si sposa perfettamente con i grandi vini bianchi di Borgogna. Tra le specialità proposte dallo chef Tetsuya Ichioda, spiccano le lumache di Borgogna in tempura, la terrina di foie gras delle Lande, la gelatina di dashi (all’aceto di riso), le foglie di nori essicate al Milin, il piccioncino cotto alla brace servito con una rapa boule d’or in salamoia alla giapponese, accompagnato da una salsa Akamiso e, per concludere il pasto in dolcezza, Blanc-manger al litchi al profumo di rosa, mandarino candito in zuppa di cioccolato e gelato al mandarino.